lunedì 22 aprile 2013

RISULTATI ELETTORALI 2013 REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA

Faustino Bocchi, una testa formata da pigmei, 1730
I risultati delle elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia sono chiari per una sempre più precisa indicazione: la  netta vocazione dell'elettorato a NON esercitare il diritto di voto. Fatto molto grave.

Se alle elezioni politiche tenute a Febbraio lo scivolamento è stato contenuto dall'enorme successo elettorale del M5S, con più di 196.000 voti ed il 27% sul totale dei voti validi espressi, questa volta l'astensione è trasversale.

Certamente i candidati presidente hanno potuto fare la differenza, ma in questa elezione se si attendevano alcuni sconfitti certi, PD e PDL e compagnia bella per via della gestione dell'elezione del Presidente della Repubblica Italiana, cosa che è avvenuta con una ulteriore perdita di consensi, il M5S se pensava di passare a raccolta ulteriore del malcontento, ebbene deve ricredersi.

Certamente il movimento si conferma essere terza forza politica, ma non riesce a sfondare, e nelle fortunate circostanze degli ultimi giorni che avrebbero potuto agevolarlo non riesce ad approfittarne e acquisire il primo governo regionale. 

In primo luogo pensiamo che questa mancata vittoria, o comunque non riconferma elettorale (il candidato perde circa 100.000 voti rispetto alla lista presentata alla politiche, e la lista regionale quasi 140.000 voti rispetto a quella delle politiche), sia dovuta a due esclusivi errori politici.

Il primo è quello di aver pensato di poter drenare l'elettorato di sinistra, accentuando le retoriche propagandistiche proprie di quella parte. Dire che si è per la scuola pubblica non chiarisce cosa s'intende per scuola pubblica. Lo stesso vale per la sanità e tutti gli altri temi toccati e trattati in questa compagna elettorale circoscritta alla Regione Friuli Venezia Giulia. Confondersi non ha premiato, anzi ha, appunto, confuso, allontanando quella parte dell'elettorato, anche moderato e che finora aveva votato a destra, che di questa sanità pubblica e di questa scuola pubblica o di questa amministrazione pubblica spesso ne soffre le conseguenze. Dire che si è per la pubblicità dei servizi di cittadinanza non deve prescindere dal chiarire che così come sono oggi organizzati e governati i servizi pubblici questi debbono essere profondamente riformati. Pensare che il male venga esclusivamente dalla gestione partitica e politicantista della funzione pubblica dei servizi di cittadinanza non è sufficiente. E questo ci riconduce dritti al secondo errore politico commesso dal M5S.

Il secondo errore commesso è quello di pensare che i voti che gli italiani hanno accordato al M5S a Febbraio nelle elezioni politiche, M5S che è risultato essere alla Camera dei Deputati il primo partito fra l'elettorato residente in Italia, volesse dire congelare, in attesa di acquisire una presunta maggioranza elettorale, le istanze di cambiamento che si fanno sempre più urgentemente avanti. Si è commesso il peccato proprio della sinistra italiana, ovvero quello di non avere una vocazione maggioritaria nel Paese (vedasi come è stata gestita la questione della formazione di un nuovo governo e della Presidenza del Paese).  Dietro la retorica della incontaminazione con la gestione del potere e della conservazione della "diversità" etica e politica, buona parte degli elettori hanno percepito che il voto attribuito al M5S fosse inutile almeno ad innescare un cambiamento fin dentro la stanza dei bottoni. 

Certo, il M5S pensa di poter costruire la sua egemonia attraverso il ruolo puntuale della funzione oppositiva all'attuale sistema dei partiti, ma prendere il 25% dei consensi è più che un'indicazione a fare solo l'opposizione. Semmai è una chiara indicazione ad assumersi, nella fatica del fare politica, responsabilità decisionali. Come l'esperienza di Parma sta insegnando. E come l'elettorato stesso, ad alcuni mesi dalle elezioni comunali a Parma così come a Mira, alle politiche ha indicato con i suffragi attribuiti, facendo crescere i voti al M5S rispetto alle precedenti elezioni comunali, non ostante le difficoltà gestionali cui i sindaci del M5S sono andati incontro, un po' per inesperienza ed un po' per le gravi situazioni finanziarie cui hanno trovato i bilanci comunali, ed un po' perchè c'era ben poco da fare nell'immediato. Ma gli italiani han capito, ed han dato tempo al cambiamento. Ma tradirlo con la retorica non premia.


1 commento:

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Concordo con l'articolo nel ritenere che per il M5S queste elezioni friulane non siano solo una sconfitta, ma una sconfitta molto significativa che coinvolge l'intera strategia del movimento.
Tuttavia, non credo che specificando di più sui servizi pubblici o dando l'idea di governare si sarebbe ottenuto un altro risultato, il problema è che in ogni caso se stai sul ring, non pui starci immobile pensando di vincere il match (ne ho parlato stamane sul mio blog (http://ideologiaverde.blogspot.it/2013/04/i-clamorosi-risultati-elettorali-in.html).