mercoledì 12 dicembre 2012

Milano, venerdì 12 dicembre 1969, ore 16,37. Piazza Fontana

estratto di poesia di Mario Luzi


Il 1969 è l'anno degli scioperi, dei cortei di operai e studenti in tutto il Paese. Le rivendicazioni del salario garantito e di un lavoro per gli operai, il diritto allo studio chiesto dai giovani delle scuole medie superiori e delle università. Torino, Milano, Genova, il triangolo industriale. E' lì  che le lotte diventano più calde. 7.507.000 persone coinvolte in conflitti di lavoro per 302.597.000 ore di produzione perdute a causa di scioperi. E' l'anno delle bombe. Dal 3 gennaio al 12 dicembre se ne conteranno 145, una ogni tre giorni.
Per 96 la responsabilità accertata è dell'estrema destra. Il 15 aprile ne scoppia una nell'ufficio del Rettore dell'Università di Padova. Il 9 aprile a Battipaglia vengono uccisi 2 lavoratori e 119 persone sono arrestate. Il giorno dopo ci saranno manifestazioni in tutta Italia, accompagnate da violenti scontri con la polizia.
Il commissariato di Battipaglia viene dato alle fiamme. Il 25 aprile, alla Fiera di Milano, un ordigno ad alto potenziale provoca il ferimento di 20 persone. In agosto vengono piazzati dieci ordigni sui treni: otto esplodono e colpiscono dodici passeggeri. A Pisa, il 27 ottobre, durante una manifestazione contro i colonnelli greci, uno studente di sinistra rimane ucciso da un candelotto lacrimogeno lanciato dalla polizia. Il 19 novembre, a Milano, negli scontri di piazza i manifestanti uccidono il poliziotto Antonio Annaruma. Si è appena insediato il secondo governo a guida Mariano Rumor. Il suo vice è Paolo Emilio Taviani. Ministro degli Esteri Aldo Moro, all'Interno c'è Franco Restivo. Un monocolore DC. Capo del Sid è l'ammiraglio Eugenio Henke. Al vertice della polizia c'è Angelo Vicari. Presidente della Repubblica è Giuseppe Saragat. Il Pci, il più forte partito comunista occidentale, sta all'opposizione.

Milano, venerdì 12 dicembre 1969, ore 16,37. Piazza Fontana. "Una bomba, è stata una bomba". Tutto avviene in meno di un secondo. Il salone centrale della Banca Nazionale dell'Agricoltura diventa un mattatoio. Chi organizza quell'attentato ha ben presente il risultato finale. A quell'ora c'è il mercato del venerdì, il momento propizio per l'azione. E' un appuntamento conosciuto quello dei fittavoli, coltivatori diretti e imprenditori agricoli che provengono da ogni parte della Lombardia e del Piemonte, gente semplice, che vive da sempre con l'unica cosa che possiede. Zolle di terra, ettari di lavoro.

Sette chilogrammi di esplosivo vengono compressi in una cassetta metallica, poi inseriti dentro una valigetta nera, tipo ventiquattro ore. Collocata proprio al centro del salone dove gli agricoltori contrattano i loro affari. La gelignite verrà attivata da un timer. Un luogo strategico, un orario scelto con cura, per fare uno scempio di vite innocenti. L'attentato provoca la morte di sedici persone, quattordici sul colpo, e ottantotto feriti. Resta un grande, enorme foro nel mezzo della banca. Un profondo buco nero. Lì intorno sono ben visibili centinaia di piccoli frammenti di acciaio, quelli della cassetta dell'esplosivo. Un attentato tecnicamente perfetto. La potenza dell'ordigno si sviluppa tra il cemento e la parte sinistra del salone. provoca il crollo del rivestimento sulla parete bianca.
(...)
Nello stesso giorno, pochi minuti dopo lo scoppio della bomba di Piazza Fontana, un ordigno viene scoperto dagli artificieri nella sede milanese della Banca Commerciale Italiana, in Piazza della Scala. Non esplode. Ancora una volta, la polvere da sparo è contenuta in una cassetta metallica portavalori, posta in una borsa nera e azionata da un timer. Alle 16,55 una bomba esplode nel passaggio sotterraneo della Banca Nazionale del Lavoro a Roma, quello che collega l'entrata in via Veneto con quella in via Basilio. Tredici feriti. Alle 17,22 e alle 17,30, sempre a Roma, scoppiano altri due ordigni dell'elevata potenza all'Altare della Patria e sull'ingresso del museo del Risorgimento, in Piazza Venezia. Quattro feriti.

Estratto dal libro di Daniele Bianchessi "Ombre Nere", 2002, Mursia.
Il libro non è stato più ristampato. Da nessun editore. L'autore ( http://www.danielebiacchessi.it/ ) ne fornisce copia in formato pdf a coloro che ne fanno richiesta per mail. 

2 commenti:

Unknown ha detto...

Che epoca, a pensarci mi viene la pelle d'oca, siamo il risultato di decine e decine di bombe?

Giuliet ha detto...

per non dimenticare