domenica 25 novembre 2012

Primarie e Media e la Fattoria di Orwell


(Fonte immagine - Wikipedia.org)
La nuda sostanza dei fatti risulta che ci ritroviamo oggi da noi in Italia una Informazione dei media nazionali uguale se non peggiore di quella di Ben Ali quando era ancora padrone della Tunisia. Punto. E a capo.
.
Cosa ci induce a questa constatazione che per Movimento Popolare del Lavoro non risulta esattamente una posizione nuova? Le Primarie del Pd.

E come mai?
Perché risultano la migliore documentazione oggettiva che in Italia il nostro sistema prevalente dei Media possono tranquillamente definirsi, in via di sintesi, <la Voce del Padrone>
Padrone non inteso in senso stretto solo PD; che anche lui risulta solo un pezzo del Padrone della Voce. Poiché non vi è dubbio che anche altri condividono le cure di questa così importante Voce padronale. 
Ne usufruisce certamente il Pdl quando è a trazione Berlusconiana in specie (che lì, infatti, il padrone della voce ne ha circa metà proprio padronale del suo, di voce); ne usufruisce smodatamente Monti di sicuro che è un prodotto infatti soprattutto mediatico, ne usufruisce come vedremo ampiamente anche Grillo il quale come in ogni Regime che si rispetti innerva oggi la opposizione istituzionale di regime a 5 …Stelle.

Ma ci dicevamo,
perché proprio le Primarie del Pd, mostrano appieno il carattere di Voce del Padrone della nostra prevalente attuale informazione italiana?


Leggiamo qui, dati asettici e Terzi nella loro elaborazione, e dati che richiamiamo in quanto appaiono più esemplari di una conferenza in mondovisione.
Poi, ciascuno valuterà a propria discrezione quanto ne emerge.

Intanto diciamo che stiamo utilizzando i dati emersi dall’articolo di Aldo Grasso a pag.9 del Corriere della Sera del 29 novembre.

E già il titolo ci rende abbastanza bene l’dea di che parliamo:

Il centrosinistra    I media
Bersani Re dei Tg, Renzi, corre nei Talk
Premiati i candidati più <<congeniali>>. Il video <<prevale>> sui social network

E dell’articolo di Aldo Grasso riprendiamo un primo passo; passo questo che conferma un nostro anche convincimento e che esponevamo già in “e se fosse sciopero d’acquisto dei Media?”:
è la tv che in Italia tutt’ora condiziona e determina il messaggio politico.

Annota infatti Grasso e con ben altra autorevolezza e documentazione che non la nostra intuizione empirica:
<(…) Nel 2012, imperante Internet, la politica si fa ancora in tv, principalmente in tv. Dopo quasi tre mesi di campagna elettorale, la tv resta regina della comunicazione politica italiana. Alla faccia di Twitter e social network d’altra specie. (…)>

Andiamo allora a vedere come questa Tv sempre più apparsa <Voce del Padrone>, e risultata ancora essenziale alla intermediazione di proposte politiche in Italia, si è comportata verso <i Padroni della Voce> in questo caso Pd.

Scrive al riguardo ancora Grasso:
<(…) La tv, non molto diversamente dai sondaggi  che circolano in queste settimane, ha già decretato i suoi vincitori: Pier Luigi Bersani, che partiva dalla vantaggiosa condizione di candidato in pectore e segretario del principale partito della coalizione, e Matteo Renzi che proprio grazie alle doti televisive si è tramutato da sindaco di Firenze in un contendente con ottime chance. >

Sulla successiva annotazione di Grasso, dopo aver convenuto che in Italia risulta ancora la televisione il principale mezzo per promuovere un messaggio politico a larghissima diffusione, ci consentiamo invece di non essere affatto d’accordo. 

Quando lui infatti, dalle sue stesse premesse, risulta poi però pervenire ad una assoluzione preventiva della attuale informazione televisiva di Regime in Italia.

Scrive infatti ancora Grasso:
<Al contrario di quanto immaginato da George Orwell, non è all’opera il Grande Fratello, non si sta attuando un’utopia negativa. >

Grasso qui, non ci trova affatto d’accordo:
a nostro parere, almeno qui in Italia opera eccome un Grande Fratello mediatico – e televisivo in specie – il quale seleziona e distorce a proprio piacimento l’immagine del reale politico (e non solo) italiano come più appare gli conviene.
Del resto basti pensare al ventennio Berlusconiano che ha goduto della capacità di pilotare e guidare la costruzione virtuale mediatica della realtà italiana economico e sociale. E di quella realtà virtuale mediatica italiana lui, appunto Berlusconi, si era ritagliato il ruolo di uomo provvidenziale.

Ma appena la Ue risulta aver <bucato> irreparabilmente la bolla mediatica berlusconiana con le punte acuminate dello spread, dentro la Bolla mediatica precedente ha fatto irruzione il reale. E lo stesso Berlusconi, governante virtuale, è dovuto scappare letteralmente non potendo utilizzare nella tragedia strumenti virtuali della commedia. Al punto tale, vi ha fatto irruzione la realtà reale economico sociale, che, lo stesso Berlusconi, pur rimanendo il titolare di circa il 50% dell’emittenza nazionale, non riesce più a reinserirvisi ancora adesso con buon risultato elettorale. Per la banale ragione che il personaggio virtuale che aveva cucito anche per se stesso non riesce più a vendersi efficacemente nella nuova situazione nazionale.

Del resto Grasso pare inserire lui stesso una smentita alla sua ottimistica valutazione del ruolo televisivo mediatico nazionale. Quando infatti ancora annota nel suo richiamato articolo sul Corriere della Sera:
<Semplicemente, la tv ha scommesso sui candidati che, per ragioni diverse, le risultavano più congeniali. (…)>

Questo passo appare infatti rovesciare completamente l’assoluzione televisiva mediatica precedente.
Niente Grande Fratello? Decifriamo un attimo la frase e poi valuteremo.

La tv ha scommesso sui candidati….dunque la tv non ha osservato quello che le accadeva attorno, ma …ha scommesso.... Che pur con tutta la modestia di chi scrive proprio questo adesso, appare il massimo di scelta discrezionale possibile e a priori: Scommettere. Che per definizione non risulta un atto razionale, né fondato sul reale.

....per ragioni diverse (ha scommesso); ma l’Informazione non dovrebbe in prevalenza rilevare e riferire quel che accade? E se invece…Scommette…su esiti politici eventuali possibili, e se lo fa poi anche …per ragioni diverse…non sceglie essa stessa cosa vuole rappresentare, e rendere anche reale dal suo virtuale, proprio grazie alla sua stessa scommessa che si deve realizzare?
Non siamo in presenza della Profezia mediatica che si deve auto avverare proprio perché ossessivamente rappresentata in sede virtuale?

Ma la conclusione della frase pare togliere ogni residua incertezza: ….che per una ragione o per l’altra ....le risultavano più congeniali…



Dunque, la televisione
Ha scommesso
Sui candidati
Che per  ragioni diverse
LE RISULTAVANO PIU’ CONGENIALI


Proviamo adesso tradurlo in italiano corrente anche per noi umani normali?

La televisione ha deciso quali dei candidati dovessero vincere alle primarie, in base a ragioni molteplici che rendevano ad essa stessa più congeniale il vincitore?
Accettabile la decifrazione?

Se la risposta appare positiva, allora è stato autorevolmente asserito che la nostra attuale televisione di regime fabbrica essa stessa gli eventi politici che debbono risultare vincenti anche nel reale.
E Orwell? 
Pare che almeno in Italia avesse perfettamente ragione a ritenere che il Grande Fratello avrebbe preteso di determinare esso, e solo esso, quale sua immagine meramente virtuale si dovesse imporre nel reale.

Ma siccome le parole, se restano da sole, rimangono opinioni; e come tali appunto opinabili per altri, andiamo allora ad associare alle parole anche Dati oggettivi che ancora Grasso ci fornisce nel suo stesso articolo.

Vediamola dunque come si è srotolata anche in dati oggettivi la <scommessa> mediatica di determinare il reale anche alle primarie pd.

Naturalmente la <scommessa> come accade sempre quando non sia fatta da incoscienti, rovescia la nostra analisi di frase. E, appunto, <sui candidati> <che le risultavano più congeniali>, <scommette>.
Ed ecco qua ora la <scommessa> finanziata col nostro canone:

<(…) Un dato emerge chiaro dal monitoraggio condotto sulla presenza tv dei candidati alle primarie nel mese e mezzo dall’ufficializzazione delle cinque candidature (ovvero dal 2 ottobre, quando è sceso in campo, per ultimo, Nichi Vendola).
La sproporzione di visibilità televisiva fra i <<Fantastici cinque>> è grande, molto grande.
Il più presente è appunto il segretario pd Bersani che, nel periodo monitorato, raggiunge 36 ore e 14 minuti di televisione.
Segue a ruota il <<rottamatore>> Renzi, perfetto animale catodico, capace di raggranellare un <<tempo di antenna>> di 28 ore e 15 minuti. (…)

E con questo pare che abbiamo individuato i <più congeniali> anche tra i candidati.

Anche se non pare proprio che gli altri tre siano stati silenziati dalle tv nazionali.


Ma del resto, se devi fabbricare un Format dove metti logicamente in evidenza i due personaggi centrali della costruzione mediatica virtuale; non puoi però con questo ignorare i comprimari; sia perché ne soffrirebbe la intensità della storia mediatica, sia perché sono pezzi mediatici pregiati anche essi per quando andrà in onda il prossimo Format di elezioni politiche generali.

Ed ecco dunque che la tv nazionale non appare ingrata neanche con gli altri tre personaggi che svolgono lo stesso ruolo, pur esso fondamentale,  del Coro nella Tragedia greca: cantano sullo sfondo dando però così spessore e drammaticità alle vicende degli stessi protagonisti.

Ascoltiamo però ancora una volta i dati, che appaiono più chiari persino delle parole.
< (…) Simbiotico al mezzo anche Vendola che arriva in terza posizione, con 23 ore e 25 minuti.
Decisamente distaccati sia Laura Puppato che Bruno Tabacci. (…)>

Appare evidente che con gli ultimi due abbiamo abbandonato, sulla base degli stessi dati Coloro <che le risultano più congeniali>, per passare ai comprimari. Pure essi comunque necessari ad un buon Format fabbrica opinioni televisivi nazionali.


Adesso però andiamo a vederli riassunti questi stessi dati. 
Prima, ancora una volta nell’articolo di Grasso che ce ne fornisce la decodificazione statistica, poi lo faremo con i dati d’insieme nel bel grafico che il Corriere della Sera riproduce alla sua pag.9; grafico da elaborazione a cura di Massimo Scaglioni su dati  Geca Italia – monitoraggio pluralismo socio-politico):


Ecco intanto, dall’articolo di Grasso, come leggere il grafico che non riproduciamo direttamente per scrupolo di diritti eventuali si di esso, ma lo facciamo noi, il grafico di quei dati, che non cambia poi molto.

<(…) il monitoraggio distingue fra <<tempo di notizia>> (quando il personaggio viene citato, per esempio in un servizio di un tg), <<tempo di parola>> (quando il personaggio parla direttamente, per esempio rilasciando una dichiarazione o partecipando a un talk show) e <<tempo d’antenna>> (che è la somma dei primi due dati). > (…)

Ed ecco appunto il Grafico apparso ancora più efficace, appunto, delle stesse parole.

# Tempo di notizia = intervento indiretto
# Tempo di parola = intervento diretto
# Tempo di Antenna = somma dei precedenti

DATI DEL GRAFICO

Pier Luigi Bersani       ============== 19ore e  51 minuti
                                   ============16 ore e 23 minuti
                                   ==============================36 ore e 14 minuti
  
Matteo Renzi              ==========13 ore e 6 minuti
                                   ============15 ore e 9 minuti
                                   ====================28 ore e 13 minuti

Nichi Vendola            ======7 ore e 19 minuti
                                   ==============16 ore e 6 minuti
                                   ==================23 ore e 25 minuti

Laura Puppato            ====3 ore e 34 minuti
                                   =====3 ore e 44 minuti

Bruno Tabacci            =====3 ore e 16 minuti
                                    ======3 ore e 35 minuti


Prima di andare oltre nelle nostre riflessioni non neghiamoci di dover constatare che:
Pier Luigi è stato in video, l’equivalente di UN GIORNO E MEZZO SENZA INTERRUZIONE.
  
Matteo è stato in video l’equivalente di UN GIORNO E UN QUARTO senza interruzione.

Per inciso, presenze simili a queste, negli Usa, costano ai candidati centinaia di milioni di dollari di investimento promozionale; in Italia, lo paghiamo in larghissima prevalenza tutti noi, anche noi e voi, col Canone Rai.

Ma adesso sempre il medesimo articolo di Grasso ci consente qualche efficace incursione sia sul < Che per  ragioni diverse> come anche sul <LE RISULTAVANO PIU’ CONGENIALI> delle scelte di candidati del Grande Fratello tv di Orwell fabbrica politica nella Fattoria degli animali nostrani.
la bandiera della Fattoria degli animali
(Fonte-Wikipedia/fattoria degli animali)

Ci dice infatti ancora Grasso:
<(…) Infine un dato molto interessante che riguarda le reti. Fra quelle generaliste, secondo previsione, è stata RaiTre quella che ha dato maggior spazio ai candidati, <<incoronando>> Bersani: 3 ore e 22 minuti d’antenna per il Segretario, con molto spazio sia nei tg sia nei programmi (in ½ ora, Agorà, Ballarò, Che tempo che fa…).>

E chissà se in questo centri niente che di RaiTre, secondo l’attuale indegna lottizzazione catodica italiana, Bersani ed il suo Pd risultano nei fatti l’editore di riferimento anche per le principali nomine interne di testata ed editoriali…

E Renzi, che probabilmente ancora non nomina in Rai? Niente paura.
Ci rassicura infatti Grasso che - come diremmo noi <per ragioni diverse> - anche Matteo ha potuto beneficiare del traino dell’altrui < Più Congeniale> tra i candidati:
<Segue La7, che invece ha prediletto Renzi, che tra Tg7, Piazza Pulita, l’Infedele, Servizio Pubblico e gli altri programmi di rete, ha raggranellato un gruzzolo di 2 ore e 10 minuti di visibilità> (…)

Ma erano candidati che facevano notizia, qualcuno potrebbe obiettare. Candidati che facevano notizia, o piuttosto Notizie che facevano Candidati?
Renzi appare emblematico per poter concludere che si sia trattato, anche nel suo caso,  piuttosto di Candidati in provetta con una madre in <affitto> catodica

Guardiamo infatti qua, e sempre dai dati del Corriere della Sera, che mamma accogliente Renzi risulta si ritrova, per fabbricare un candidato anche se non vince (ma non è colpa dei media l’esito, quanto piuttosto di Renzi che s’è lasciato infilzare sulle Regole da Bersani):
<Raitre e La7 sono le reti che più hanno dato spazio a Matteo Renzi: ma mentre la terza rete Rai si è occupata molto delle primarie e di tutti i candidati, è su La7che il Sindaco di Firenze sorpassa addirittura il segretario Bersani.
La sua forza è soprattutto la parola: presente come ospite nella puntata dell’Infedele di Gad Lerner del 5 novembre, Renzi riesce a parlare per 38 minuti. Non si fa mancare Servizio Pubblico, di Michele Santoro, dove, il 25 ottobre, tiene banco per 28 minuti. Nel rush finale, seguito al confronto Ski, il sindaco è veramente attivissimo  nei talk show: va da Bruno Vespa a Porta a porta, su Raiuno, si sveglia presto per approdare all’Agorà di Andrea Vianello, su Raitre, passa a Otto e mezzo, con Lilli Gruber, a Ballarò, con Giovanni Floris. (…) Le sue lamentazioni sul poco spazio ottenuto in tv sono, alla luce dei dati, poco attendibili.>

E queste, come nel caso di Renzi, appaiono scelte di ospitate mediatiche perché imposte dalla realtà su cui dare doverosa sobria informazione? Paiono piuttosto, campagne mediatiche  sistematiche per imporre un prodotto virtuale nel reale della Fattoria degli animali orwelliana nostrana.

Nel caso dei dati di presenze mediatiche di Renzi, per come rilevate, non colpisce tanto il giramondo da trottola dentro i vari contenitori di <mamma> Media e che lascia persino difficile da immaginare come in medesime giornate il predestinato abbia potuto infilarsi in tempo tra uno Studio e l'altro di Posa.
Quello che invece più colpisce sono i 28 minuti complessivi di cui Renzi risulta aver disposto per poter parlare presso Santoro in Servizio Pubblico; ed i 38 minuti complessivi che risulta aver avuto a disposizione presso Lerner nell'Infedele.

Chiunque abbia presente cosa sia un talk show italiano, pressoché indistintamente risultati ormai resi più o meno equivalenti al Circo coi Gladiatori dei Romani, e dove il Conduttore appare assolvere al ruolo già del Cesare col pollice in basso od in alto a decretare l'esito del <combattimento mediatico> di umani e che niente ha da che spartire infatti con l'approfondimento, nel leggere che qualcuno abbia potuto articolare parole coerenti, e in ben due di essi talk show italianie per 38 e 28 minuti, lascia semplicemente senza fiato.
Tanto da mostrare che, in un talk show italiano, puoi andarci, ed anche sperare di uscirne indenne, solo se già risulti stare nel cuore del Cesare di turno che conduce, e che spesso risulta anche inciti, la altrui....rissa.

Si capisce allora, perché candidati nati in <provetta>, o <movimenti> apparsi altrettanto nati in <affitto>, risultino dotarsi immediatamente (finanziati da chi?) non tanto di estensori di programmi, che nella Fattoria degli animali da imbonire non serve, ma di <guru> mediatici rodaticon immense relazioni mediatiche nazionali.
Ecco allora infatti il caso di Renzi, nato con balia mediatica personale risultata Gori; ecco 5Stelle con balia mediatica risultata Casaleggio.

Perché?
Perché se non ti accredita una balia mediatica già da sé autorevole, in questa nostra Fattoria degli animali italiana, per i media nostrani rimani, chiunque tu sia e ti chiami,  indistintamente uno degli  irrilevanti <esposti>. Per intendere quelli che venivano lasciati neonati sulle ruote dei conventi in quanto rifiutati da tutti gli altri.
Flock of sheep.jpg
(Wikipedia - Fattoria degli animali)

E la balia mediatica pare infatti funziona, anche quando devi assumere il ruolo di Opposizione ufficiale del regime attuale vigente.
Guardiamo infatti il <piangina> Grillo come non sia poi affatto trattato così male dai nostri Media tv nazionali.
Ce lo dice ancora una volta il Servizio di Grasso:
< (…) Persino Beppe Grillo, che gioca tutto sul non andare in tv, raccoglie nel periodo ben 13 ore e 42 minuti di visibilità, grazie soprattutto a servizi che parlano di lui.>
Hai capito, il preteso silenziato, che vieta di farsi vedere in tv.... ai suoi....
Perché la <mamma in affitto> mediatica di regime, pensa a tutto.

Fabbrica format per le maggioranze. Ma fabbrica anche Format per le opposizioni di regime ammesse. E questo ruolo attualmente risulta l’abbia assegnato proprio a Grillo; e tolto invece al precedente incaricato apparso già in Di Pietro.
Persino le sventure attuali a Di Pietro appaiono un bel Format attuale: per venti anni, immacolato meglio delle mani qualunque cosa gli dicessero a proposito di soldi; grazie, era lui ad assolvere allora al ruolo di cane da guardia del regime. Poi, muta il vento, non servi più a niente, che c'è ora di meglio, e Di Pietro si ritrova mediaticamente infilzato da quelle medesime cose che in precedenza gli erano fruttati miliardi di indennizzi in danni…
Ma così va il mondo.

Signor Bossi, è ora di scendere. Non solo risultate troppo vivaci in famiglia sui fondi pubblici, ma pare che avevate la tesoreria del partito infiltrata dalla Ndragheta. Nientemeno. Ma come è possibile, mormora Bossi, avevamo il ministro dell’Interno e non ce l’ha detto… Sui media, non pervenuto il lamentosignor Bossi, si scende.
E una volta sceso, chi se ne frega più, sui media nostri, delle presunte truffe ai Finanziamenti pubblici della Lega. Il problema è che scendesse Bossi dal Comando: missione mediatica compiuta, signori del potere.
Del resto cosa mai vuoi infierire su Maroni: gli avrebbero infiltrato la Tesoreria del Partito e da ministro dell'Interno non l’ha saputo; gli avrebbero infiltrato il Consiglio Regionale Lombardo e da Ministro dell'Interno non l’aveva capito; gli hanno massacrato in giardino Yara e, da ministro dell'Interno  non l’ha trovati…è in effetti risultata una grossa disgrazia avere avuto a ministro degli Interni un tale sfortunato... 
 Ma che problema c’è, se sei dentro la voce del padrone? Qualcuno te ne chiederà mai conto?
Tranquillo, signor Maroni, lei evidentemente serve ancora. Infatti, per i nostri media rimane <l’acchiappa mafiosi patentato>. Tutti al sud, gli acchiappati; che quelli che aveva in Lombardia …gli erano evidentemente avanzati. 

Tutto apposto ed in ordine, allora, nella FATTORIA DEGLI ANIMALI nostrani appaltata in gestione ai media italiani?


Mica tanto.

Accade, infatti, che il destino, come anche la democrazia violentata, a volte si vendichino.
E i costruttori mediatici di certo lo sanno che, quando ti sovraesponi  politico o azienda, se non hai il prodotto adatto, ti si ritorce contro.
PUBBLICITA’ INGANNEVOLE, direbbero i pubblicitari; e direbbero anche, probabilmente, fonte di enormi guai di ritorno quando il <consumatore UTENTE> scopre l’imbroglio con l’assaggio…

Ed infatti, come si ritrova la Fattoria degli animali pur se risultata affidate a tante cure manipolatrici spregiudicate mediatiche nazionali?

MALE, MOLTO MALE. E proprio per l’assenza del prodotto idoneo.

E la riprova appare persino plateale.
Dopo tanto bombardamento mediatico multiuso quanto strumentale, la Fattoria degli animali (che siamo per loro tutti noi) si ritrova spopolata.
Infatti il 54 dell’elettorato italiano, donne uomini, ragazze e ragazzi, risulta fuggito alla larga dagli imbonitori. Nel NON VOTO. 
Non gli fanno vedere altro, i media di regime a reti unificate? ma quel che gli fanno vedere a dosi da overdose, ha…fatto scappare al non voto il 54% dell’elettorato.


E così, ora, i custodi di Orwell, si ritrovano a poter manipolare solo il 46% di consenso elettorale nazionale.

Preoccupata per questo, che in qualsiasi democrazia europea sarebbe una tragedia, con i media loro già a fornire istruzioni su come fare le valige a già potenti rimasti senza voti elettorali sufficienti?
E quando mai…siamo italiani. Rispondono in coro pare sia la Voce del padrone come il Padrone della Voce.

Intanto, non ammettere Mai, che a voti stiamo male:
perciò Media, e soprattutto tv, tara tutti i sondaggi a 100 sulle sole intenzioni di voto espresse, altrimenti si vede che non ci voterebbero, oggi, neanche tutti gli iscritti…

Poi, abbiamo sempre nello scantinato, sequestrata ormai da vent’anni anche la legge elettorale nazionale:
Diamogli un’altra <scarica di botte>, così i parenti elettori capiranno di sbagliare a continuare a non volerci pagare il riscatto col votarci.

Urla e strepita la povera legge elettorale alla sola vista ancora di Calderoli, questa volta in compagnia pure di Bersani, Casini, e Fini?
E che importanza ha? Tanto i media della Fattoria sanno come tacere anche su questo.
Mentre ci prepariamo a un altro giro di vite sopra il Premio, elettorale.

Parole di chi scrive qui? E mica tanto:

<(…) La trattativa verte su come modulare il premio di maggioranza o di governabilità al primo partito: il che può avere un senso, visto che al momento con il 33-34% attribuito dai sondaggi a Bersani e Vendola – la soglia a cui arrivarono Veltroni nel 2008, Occhetto nel ’94, Berlinguer nel 76: vale a dire la dimensione storica della sinistra italiana – si otterrebbe la maggioranza assoluta dei seggi. (…)>
(dall'editoriale di Aldo Cazzullo, sul Corriere della Sera del 24 novembre 2012)

Diciamocelo tutti.
Non fa una certa impressione leggere anche sul maggiore quotidiano nazionale, nel suo insieme non avaro anche di notizie vere, leggere che ..il problema è dare la maggioranza assoluta in parlamento a chi di voto elettorali ne potrà rimediare non oltre 33-34% andandogli bene… senza aggiungerci a caratteri cubitali:  ma è un Golp! Istituzionale!

Eppure, va così.
In tutta Europa delle democrazie, in presenza del 54% di potenziali elettori che non vogliano votare causa il disgusto dell’insieme, media e politica starebbero sventagliando qualunque programma e proposta politica che apparisse idonea a riconquistare il consenso maggioritario effettivo dell’elettorato.
Qui da noi, pare di no. Non votano? Peggio per loro…abbassiamo la soglia ancora un po’…e ci teniamo il potere ugualmente.



Presidente Napolitano, 
Lei, ci si trova bene in questa apparsa maleodorante cloaca partitica attuale?

Noi, assieme al 54% dell’elettorato potenziale, per Niente, come si vede anche bene.

E se a fine settennato, dopo avergli insegnato già, a questa folla di smemorati nostri nazionali che un Senatore a vita non si può candidare,
ora gli spiegasse anche che in Democrazia le maggioranze parlamentari si conquistano esclusivamente con la maggioranza delle schede elettorali?
Potrebbe essere rischioso di rottamazione anche per lei il farlo, che finirebbero a rottamare anche il Quirinale?
E cosa rischierebbe anche di eventuale?
Tra qualche mese lei ci lascia comunque per fine mandato;

pensi con quale ricordo se per caso dicesse

 < Signori, le maggioranze parlamentari vengono solo dalle maggioranze vere elettorali; altrimenti finiamo fuori della Costituzione. Indi, una nuova legge elettorale premiale, non ve la promulgo. E se non rimettete a posto di corsa le cose elettorali, un TAR che sia si trova sempre che sospenda in tempo, e fondatamente pare anche, la legge elettorale vigente perché opera ad indebito danno di tutti i cittadini italiani eventuali….

Un messaggio simile, e la facciamo tutti presidente vicario a vita Presidente.


Al Jazira anche d’Europa, ma dove sei?
Ci servi.

C’è un tale buio anche di democrazia  tra i nostri prevalenti media nazionali.




mario staffa

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