mercoledì 14 novembre 2012

MEMORIA O STORIA? Ovvero Sulla Struttura dell'Esperienza Etica (2)


"Sono tornato là / dove non sono mai stato. / Nulla, da come non fu, è mutato", scrive il poeta Caproni. Così comincia Paolo Virno la sua lezione sul Déjà vu - Ricordo del Presente nel video che segue. 




Il tema della contemporaneità della memoria, del già dato, del già visto, del già vissuto, è il tema centrale della mentalizzazione dell'azione e l'alienazione del senso compiuto,  che vede da una parte la resa condizionata dell'agente al rappresentato della rappresentazione, all'ombra e al cono di luce determinante la stessa, alla storia e al soggetto storicamente determinato. Dall'altra la (ri)presa dello statuto, normativo ed etico, pro-ducibile (riposto avanti) dalla determinatezza derivante dall'esecuzione, dalla materialità dell'eseguito, dalla parola pronunciata che nomina la cosa dalla sonorità della cosa stessa. Pro-dotta. Nell'estasi di poter, ancora, abitare il desiderio dell'Altro (altrimenti di che desiderio vogliamo parlare?)

L'idealismo progressista e futuristico della presa del possibile, dell'attualizzazione temporale del progetto, del futuro pre-determinato e pre-disposto sul piano del dispiegamento esiliante dell'agente - attore nel luogo dell'ignoto, espropria oggi ogni ulteriore pronuncia del nome, relegandoci nell'artificio positivo della precarietà. Al posto della negatività della libertà, e dell'atto etico, che è tutto nella decisività del NON fare. Libero è  colui che può fare e anche non fare. 

Quindi, come altrimenti possiamo leggere la fama e la fame di senso dei "blog" tenuti dai commentatori più commentati? Come possiamo altrimenti rendere intellegibile il lamento desolante che udiamo (o leggiamo)? Come possiamo re-intendere la disperazione muta del lavoro e dell'intraprendenza, quando si resta sconsolati di fronte alla cesura di senso dei lavoratori e degli imprenditori attuali che nella loro maggiore istruzione, a fronte della vastità del vocabolario e all'affabilità di donne e uomini che con l'istruzione minima elementare esercitavano la presa del mondo, dicono solo della devastazione che nel frattempo è intervenuta nelle scuole (e che continua ad accanirsi con il maxi-concorsone e tutti i concorsoni d'egitto)?

Altrimenti, godetevi Pachelbel, se null'altro resta da dire e da scrivere, 




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