domenica 14 ottobre 2012

perché una persona del tutto simile a tantissime altre italiane promuove MPL?




Già, perché una persona del tutto simile a tante altre italiane, ha promosso e proprio ora MPL?

Qui ci eravamo lasciati, e con l'impegno, già preso tra di noi, che avremmo cercato assieme anche queste possibili risposte.

E allora, magari vi starete già chiedendo,

Perché questa stessa comunissima persona, perché tra tanti già guai anche suoi certi, andarsi ora anche a cercare un possibile rischio potenziale ulteriore e come questo? Visto che si può facilmente immaginare con quale <gioia> potrebbe venire accolto da poteri presenti, tanto più se avrà come spero la forza di farsi condurre dal sogno italiano attuale, un possibile nuovo competitore oggi anche in MPL.


Andiamo per gradi. A provare di spiegarlo.


In occasione della crisi globale del 2007 cominciai a dedicarmi a seguire, raccogliere, selezionale dati ed opinioni e a molti livelli anche mediatici, a possibile sostegno concreto di una sensazione che mi veniva sempre più emergendo già direi a primo colpo d’occhio.
E cioè: ma questa non è tanto una crisi da derivati, o ….da depravati.

Questa, mi appariva infatti già allora, una crisi da <povertà di massa>. 

Ed infatti, le banche e le società pubbliche di garanzie americane, sono nella realtà saltate perché i debitori americani sui loro mutui erano progressivamente divenuti incapienti a pagarne le rate. Sempre più alte, contro loro redditi da lavoro invece sempre più bassi.

Tanto che non appare infondato oggi asserire che, se la allora politica americana avesse soccorso il lavoro dei debitori, rendendoli a quel modo di nuovo capaci di onorare i propri mutui, le banche americane avrebbero sofferto infinitamente meno. Alla faccia dei derivati, che infatti ancora risultano pare in uso…


Comunque, anche dopo che il salvataggio americano delle proprie banche le aveva alfine stabilizzate con una immissione <raccapricciante> - per la quantità impegnata di denaro pubblico - non sembrava sfuggire già da allora che questa crisi da povertà di massa aveva ancora accesi nel modo focolai potenzialmente devastanti. Ed in Europa in specie.

Questo faceva ritenere che la crisi ancora in corso, ed avviatesi nel 2007, potesse risultare anche in questo assai simile a quella del 29 nel secolo scorso
Che Roosevelt fermò una prima volta a livello americano. Per poi trovarsela riaccesa, a livello mondiale di nuovo, nel 1937. E DALL’EUROPA.


La documentazione che veniva intanto raccolta, le tante voci autorevoli o di noi popolo in seguito ascoltate ed annotate mentalmente, mi confermarono in questa già iniziale valutazione.

Che sin da quegli anni la vera crisi Europea fosse la distruzione del Lavoro e dei suoi leciti redditi equi.
E la povertà già oramai diffusa soprattutto del suo Sud – dell’Europa – che già ne discendeva.
Con l’allargarsi conseguente della forbice europea di povertà di massa incombente.


Quanto all’Italia, mi si proponeva, già da allora, come l’ennesima potenza della possibile prossima crisi europea economico sociale.
Noi Italia, nel dilagare della povertà di massa nostra risultavamo infatti esservi ben dentro ormai già dal 2010. E crisi di povertà che avanzava anche a vista d’occhio, la nostra. Come già il deserto che si mangia intere pianure e culture al suo silenzioso incontrastato avanzare.

Solo una accortissima costruzione mediatica, apparsa sin da allora prevalente tra la nostra Informazione, ne teneva nascosta, a noi italiani stessi,  la enormità socio economica di quel che ci succedeva


Del resto, quando leggi, in quegli stessi anni, che l’allora Arcivescovo di MILANO aveva attivato – in LOMBARDIA ! - un fondo diocesano di solidarietà alle persone ed al loro Lavoro cessato, e ci associavi i rapporti Confcommercio che già nel 2010 denunciavano la retrocessione in corso dei consumi interni e allo stesso tempo segnalavano che il 70% del pil italiano si basava proprio sui consumi interni, non potevi avere molti dubbi dove si andasse a parare tutti noi italiane ed italiani assieme.
Nel disastro.
Che si sarebbe poi oggi rivelato come il peggiore disastro economico sociale individuale e collettivo dalla fine della seconda guerra mondiale.


E se ti restavano dei dubbi, essi sparivano quando documentavi anche che poco più del 5% della popolazione della nostra nazione già allora deteneva oltre il 55% della intera ricchezza nazionale. Numeri da pre Rivoluzione francese apparivano, infatti, quelli nostri italiani e già di allora.


Ma come era stato possibile avviare anche in Italia una simile concentrazione di ricchezza ed a scapito di tanti?

Con due leve essenziali, già appariva.

Aver spostato quasi tutta la contribuzione fiscale individuale dalle imposte dirette, cioè il reddito personale, alle imposte indirette e ai Servizi.

E avervi anche sopra scaricato una vertiginosa levitazione di costi, tutt’ora peraltro in corso, dei Servizi essenziali; o i costi della loro stessa soppressione. Perché anche i Servizi sono reddito individuale; aggiuntivo, o perso.

Appare evidente, infatti, che se ora devo pagare delle cure, avrò perso mio reddito rispetto a quando non le pagavo interamente. Se la frequenza agli studi di miei figli e figlie ora non è più gratuita, avrò perso anche così reddito personale.


Ma agendo in prevalenza sulle imposte indirette, o sul costo di Servizi essenziali, si ottiene un risultato micidiale, come ben sa qualsiasi governo reazionario sul piano sociale:

si è persa proprio in questo modo la PROPORZIONALITA’ . Della contribuzione individuale.


Non a caso anche precedenti governi all’attuale, e per quasi venti anni, hanno potuto impudentemente dichiarare: NON ABBIAMO AUMENTATO LE TASSE. Si, quelle dirette, e che sono proporzionali… Mentre contemporaneamente distruggevano Servizi essenziali o facevano divampare incessantemente i loro costi. Che è fisco anche questo. Ma non è proporzionale.

Con il che si è intanto tacitamente abrogato il dettato nostro costituzionale il quale prevede come ciascuno di noi debba concorrere alle comuni esigenze dello Stato, ma: IN PROPORZIONE ai propri personali Redditi.


E non solo si è così persa la proporzionalità della Contribuzione individuale; ma siamo addirittura passati, in questo semplice modo, alla incidenza INVERSAMENTE PROPORZIONALE sui redditi personali colpiti.


Provate, del resto, a verificare anche da soli cosa succede al carico percentuale se mi aumentano un Servizio con carico individuale di 150 euro e però uguale sia a chi guadagni 10.000 euro e sia a chi ne guadagni 1000mila nel medesimo arco di un anno.

Il primo si ritrova caricato di una percentuale dell’ 1,5% di incidenza sul proprio reddito personale; e invece di una percentuale del 0,15% del suo reddito annuo il secondo.

Se poi ci siamo stupiti, guardate allora che succede se lo stessa maggiore incidenza di 150 euro su quel medesimo Servizio grava su un reddito individuale di 500.000 euro l’anno; la sua incidenza sopra quel reddito è…di una percentuale dello 0.03% di questo reddito annuo colpito….


Il gioco è fatto, e per di più, ripetuto per venti anni circa senza soluzione di continuità.
La miseria di massa dei così colpiti è innescata. Ed è innescata anche la conseguente, altrui, concentrazione di ricchezza nei più benestanti.
Visto che a questo punto, sarà sempre di più il meno abbiente a provvedere fiscalmente anche per il ricco…



E perché lo svantaggiato non si ribella, democraticamente beninteso, almeno con il voto ed il conseguente cambio di classe politica dirigente, e della politica economico sociale, che ne poteva venire?

Perché, accortamente, nello stesso periodo di tempo (circa venti anni infatti), si abbandona, con le più varie funzionali motivazioni, il proporzionale che tutela in modo uguale tutti gli elettori senza distinzione; e a favore di sistemi nostri elettorali risultati sempre più maggioritari e sempre più premiali. I quali ultimi sistemi elettorali sono fatti su misura per consentire ai Gruppi socio economico più organizzati, ma minoritari, di prendersi ugualmente, ed anche poi mantenerselo per circa venti anni, la maggioranza del potere parlamentare ed esecutivo della intera nazione…


Naturalmente questa autentica aggressione a diritti costituzionali primari - quale è <ogni elettore un voto pari uguale, libero e segreto> - ci è stato incartato, nell’omertà risultata di troppi anche dell’Informazione e delle Istituzioni, con carta da pacchi di gran classe. Erano preoccupati che le preferenze agevolassero la corruzione della nazione. …

Così dicevano e peraltro tuttora sentiamo dire da molti. Con una sfrontatezza pari alla menzogna.
Visto che in questi vent’anni di governo nazionale dei <preoccupati>, l’Italia è intanto balzata in testa alle classifiche internazionali come luogo di corruzione sistemica mondiale…


E tanto per restare ancora un attimo su Furto all’elettore della propria preferenza elettorale – in pratica l’unico suo vero potere costituzionale individuale di ciascuno di noi e con il quale possiamo decidere realmente eletti e governo che il resto sono chiacchiere – adesso ci dicono che non possiamo avere il sacrosanto diritto alla preferenza, …perché causerebbe corruzione.


Allora, stiamo al gioco cinico che ci viene proposto. Per elementare simmetria di buon senso. Quanti risultano gli attuali parlamentari condannati o inquisiti per fatti gravi? Un centinaio? Allora, possiamo dire, tranquillamente, che SIAMO PREOCCUPATI perché i partiti attuali  - che si sono scelti loro i parlamentari attuali – risultano favorire la corruzione tra gli eletti….?
No, non possiamo. E che, non vorremo mica cominciare a pensare autonomamente, temo ci verrebbe risposto.



COMUNQUE, tornando alle riflessioni da cui è sorta la proposta operativa di MPL oggi,
era già chiaro, dunque, che da noi stava agendo, e dilagando, una crisi tutta nostra e soprattutto tutta nostra da povertà volontariamente indotta per troppi.


E quando queste crisi d POVERTA’ DI MASSA arrivano al punto di esplosione, sempre e ovunque, come già  nel 29, tirano poi dentro alfine, nel comune adesso disastro,  sempre più Attività d’impresa per mancanza di clienti; e sempre più Finanziarie e Banche adesso dietro ai loro debitori scopertisi  divenuti insolventi. Nei  loro redditi personali precedenti.

Vedi Italia dove siamo infatti già oggi in presenza di moria d’Imprese di ogni taglia. Vedi Spagna dove la Ue nostra, un tantino forse folle, si appresta a immetterci circa 100 miliardi di euro, anche italiani!, per salvare di nuovo banche colate a picco dai loro stessi precedenti clienti rimasti senza reddito. E Lavoro personale.



Ecco che allora il programma di ripresa possibile nostra italiana appariva a suo modo naturale:

fermare l’impoverimento in corso intervenendo decisamente col fisco a ricomporre redditi di Lavoro e Impresa; e investire contemporaneamente in Istruzione e Famiglia.


Per ridare strumenti di futuro ai Giovani, ed un ruolo non ancillare alla Donna italiana e alla Donna italiana madre.
Costatata infatti, la Donna e tanto più la Donna madre italiana, nei fatti, dentro tante chiacchiere di isolotti di modernità eventuale, essere intanto stata sempre più risospinta intenzionalmente, in prevalenza <agli arresti domiciliari>. Cioè in casa, per necessità.

Non per sua libera scelta di farlo. Scelta questa sua resa obbligata, della Donna italiana. Infatti. In quanto scelta sorta da redditi suoi propri divenuti assenti e dalla contemporanea demolizione di Servizi anche per la propria maternità eventuale.

Perché la Libertà pari effettiva della Donna, in ogni tempo, ed anche in Italia, ed anche oggi, si chiama AUTONOMIA DI REDDITO PERSONALE.
Ed in questo nostro tempo presente della storia umana, quella medesima Libertà anche Donna si chiama esclusivamente LAVORO. Con il reddito indipendente personale che concede. Anche alle nostre Donne italiane.



A questo punto, il possibile Programma di rimedio, a quanto si osservava ci stava accadendo, si veniva già delineando. Del resto, chi ha avuto l’occasione di scorrere il Sito Kitfaidate.com, postato dal giugno dello scorso anno, già lo vede alquanto bene.



Ma l’Italia nostra non appariva solo bisognosa di rilancio economico sociale vigoroso.

A causa degli anni persi nel Riformarla e rilanciarla, appariva indispensabile abbinarvi in contemporanea una risistemazione d’insieme di poteri dello Stato; quelli che nella loro sopravvenuta inadeguatezza funzionale avevano permesso che dilagasse di nuovo la miseria anche all’interno dell’Italia.

Tanto per dire, forse non tutti conoscono che la vecchia Dc, negli anni sessanta del secolo trascorso, ebbe la forza e l’autorità di dire ad un Presidente della Repubblica in carica e che veniva dal medesimo partito: tu, previsto dalla nostra costituzione <incompetente> sopra le cose di governo,  non puoi prendere alcuna posizione di politica estera a nome dell’Italia se prima non l’avrai sottoposta, e ricevuto approvazione, al Ministro degli Esteri; unico abilitato per costituzione a farlo. E quel presidente che si chiamava Gronchi, risulta si adeguò.


Questo per dire che, indipendentemente da politiche ritenute buone o meno buone dei governi italiani nell’ultimo ventennio, nel medesimo periodo di tempo di ventennio nostro recente, abbiamo dovuto assistere a un paralizzante lotta di Poteri costituzionale tra di essi e sulle rispettive competenze: presidenza della Repubblica e Presidenza del Consiglio.

Questo va fermato certamente, riprendendo un percorso troppo a lungo perso, e a favore del Parlamento e del suo Presidente del Consiglio che esso insedia in base al mandato elettorale ricevuto. Non perché ci siano dei dubbi sulle capacità e intenzioni di ormai vari Presidenti della nostra Repubblica; ma per il semplice fatto, che, non sono eletti. Dai connazionali elettori a suffragio universale diretto.


Come si vede, il vizio originale di tagliar fuori l’elettore dalla gestione dello Stato, ha messo viticci malaticci un po’ dovunque. Tra le stesse nostre Istituzioni.  E’ va dunque ora fermato. In Costituzione, con qualche suo aggiornamento. Se non vogliamo continuare a passare le legislature sul <giochino> ormai tedioso, quanto pericoloso istituzionalmente, di chi comanda sopra le cose di governo….



E al tempo stesso, a quel Programma, economico sociale di riforme complessive che appaiono ormai non più rinviabili, AGGIUNGERCI deregolamentazione e delegiferazione in massa nella Pubblica Amministrazione; sia al Centro come alla periferia. Della Nazione.

Per liberare l’attuale italiano, divenuto suddito a causa  del dilagare ovunque di norme e regolamenti; a favore del cittadino possessore anche esso di diritti e di certezze nei confronti dello Stato. E della sua Burocrazia.


Cioè, oltre che allentare la maglia assai stretta che aveva presidiato la rovina attuale della nazione intera, già appariva che andava in larga parte ora semplicemente demolita. Quella stessa maglia troppo fitta. E maglia medesima che ha reso necessario a troppi di noi doversi cercare un protettore, od almeno un tutore, per entrare con buone speranze di successo, nel rivendicare anche diritti, in troppi luoghi oggi della pubblica amministrazione. Centrale, o decentrata che sia.

E già solo così l’Italia avrebbe potuto ritornare a correre…
Perché già solo così vistasi liberata dei tanti lacci e catene che invece tuttora le tengono indebitamente avvinte braccia e gambe. Alla intera nazione ed alle energie lecite, e positive, economico sociale di cui pure largamente dispone.



Infatti, il NOSTRO RISCHIO PIU' GRANDE attuale appare che, se riformiamo uno o due punti salienti soltanto di quel che ci possa apparire più necessario, non avremo concluso ed ottenuto niente.

Perché, ad attuale assetto invariato dello Stato, e della sua Gestione, la Rendita Parassita imperante - che ci tiene tutti in suo possesso ancora adesso - se li mangerebbe in un momento. I provvedimenti di rilancio.



Ma se era già più o meno chiaro un suo Programma, perché Movimento Popolare del Lavoro si è proposto solo adesso?

Perché, LA SPERANZA E’ SEMPRE L’ULTIMA A MORIRE…


Si sperava infatti che, già all’interno delle Forze politiche allora ed ancora adesso dominanti, si aprisse spontaneamente, e naturalmente, il varco un Progetto di Programma effettivamente alternativo.


L’ultima occasione per poterlo fare - e apparsa totalmente mal riposta anche da chi scrive - accadeva con la crisi dell’ultimo governo Berlusconi. Già da allora, SI POTEVA, E SI DOVEVA VIRARE TOTALMENTE. Che ci sarebbe anche costato molto di meno in sofferenze umane e risorse collettive. Ma NON E’ ACCADUTO.

Al contrario, la Rendita Parassita ha cercato di impadronirsi definitivamente dello Stato anche nostro. Al momento, e nel futuro anche. Ed ha provato a farlo con le sembianze di una persona certamente colta e dotta: come l’attuale di Governo.
Che personalmente, non esito a definire per le politiche adottate, e soprattutto perseguite, come uno dei governi più reazionari e dannosi della intera storia repubblicana italiana.

Del resto, i risultati che ha conseguito e che consegue, e di cui pure si vanta, parlano da soli oltre ogni dubbio.


E vorrei sgombrare il campo da un luogo comune apparso sin troppo insistito dalla vulgata mediatica di governo attuale.

Vale a dire, poniamo pure che il precedente, di governo, quello Berlusconi, abbia portato nella sua inconcludenza dannosa e alla fine disperante, alla possibile imminente crisi di liquidità di Cassa dello Stato Italiano. Perché se non hai crescita, e ti si ferma però adesso anche la collocazione del Debito pubblico con il quale interamente a questo punto ti finanzi per ogni esigenza come Stato, la nazione medesima può anche risultare ricca nel suo insieme. Ma ti esplode l’insolvenza di cassa.

Che è ben più pericolosa, e folgorante di collasso, che non una stessa crisi ma solo patrimoniale. Come sa bene ogni persona prudente, e come sa bene ogni impresa piccola e grande. E come pare ben sa ora la Grecia. Che la crisi di cassa, cioè di liquidità immediata, fa saltare più aziende – e Stati - che non una crisi patrimoniale.


Dunque, poniamo, e in parte concordiamo che proprio questo stesse accadendo. Poniamo che così anche in Italia sia accaduto. E che proprio per questo si sia arreso il precedente di governo datosi alla fuga.
Poniamo che l’attuale di Governo abbia dovuto finanziarsi dal vivo con le NUOVE tasse per sfuggire al collasso del debito pubblico dello Stato italiano già incombente. E QUINDI anche DELLA CASSA. Poniamo che sia stato.

Ma già poco dopo, e già sin dal gennaio di quest’anno, avrebbe potuto, E ANZI DOVUTO – il nostro di governo attuale - fare una immediata conversione netta di marcia nelle sue stesse politiche economico sociali in precedenza perseguite; e gettarsi, di conseguenza, nei provvedimenti di defiscalizzazione contro pari tagli e di rilancio. Per avviare a questo modo l’unico ritorno possibile, ed anche efficace, allo Sviluppo condiviso.



Ma non LO HA FATTO. E PER UN’UNICA RAGIONE.

Non è la sua cifra, né la sua ragione sociale il Rilanciare effettivamente lo Sviluppo equo e condiviso.

Esso – di governo attuale -  come missione sua vera,  risulta che non deve rilanciare una nazione intera e coesa; ma salvarne, piuttosto, e solamente,  un gruppo dirigente attuale politico, e non solo politico, scopertosi senza risorse pubbliche da spendere e screditato da troppi propri pesantissimi insuccessi.

E deve invece salvare – questo almeno dice la politiche che ancora attualmente risulta persegue il nostro di governo attuale - la Rendita parassita di cui solo vive quel medesimo assetto socio politico oggi scopertosi perdente. Perdente, perché non ha da offrire niente. Ad una intera nazione messa in pericolo dalle sue stesse scelte precedenti. Ed attuali.



E’ a questo punto, ogni dubbio appariva fugato.


Bisognava agire. ORA. SENZA PIU' TEMPO IN MEZZO.

Offrire all’elettorato del paese ed alle sue Forze di possibile ripresa condivisa uno Strumento anche politico elettivo. Ed interamente Nuovo. Senza condizionamento del passato anche recente. Impermeabile, proprio perché Nuovo, alle tante caste parassite dominanti.
E interamente Nuovo anche nelle sue compagini elettive; in grado dunque, e proprio per questo, di impegnarsi in un progetto veramente Alternativo di rilancio della nazione intera col Lavoro nello Sviluppo condiviso .

E QUESTO, E’ MPL.



E se poi mi si chiedesse, ora, perché un anziano come certo sono debba infilarsi in simili propositi che probabilmente gli complicheranno solo ulteriormente una vita personale già non così facile?


Perché un anziano come me sente forte anche il rammarico, che tantissimi e tantissime di noi italiani con me probabilmente condividono, di vedere le nostre Ragazze ed i nostri Ragazzi, venir privati finanche della Speranza di Futuro, venire privati di uno Stato equo e condiviso.

Ed un anziano come me sente forte  il rammarico che sia potuto accadere senza che noi stessi, e per tempo, vi mettessimo rimedio.


E sente che anche anni anziani vadano se possibile spesi a collaborare anche personalmente a riconquistare LA SPERANZA soprattutto da parte di Donna e Giovani. E a riprendersi, per farlo, democraticamente lo Stato da cui oggi sono stati espulsi. In speranze lecite e diritti anche propri sacrosanti.

Altrimenti, gli ultimi anni anziani concessi, a cosa mai altro potrebbero servire anche per gli altri?



Questo risulta il come e in che modo, e per quali riflessioni anche personali, Mario Staffaroni sia approdato a Movimento Popolare del Lavoro; ed anche perché poi l’abbia offerto alla disponibilità, ed all’utilizzo autogestito, dei propri stessi connazionali. Giovani e Donna in special modo.

Perché è proprio in questi, Giovani e Donna appunto, che risulta custodita la anche attuale riserva di energia, dedizione, e sogni positivi condivisi di noi tutti italiani.

E custodita anche l’unica speranza efficace di concreto fattibile nostro rilancio nello Sviluppo condiviso. Sia come singole persone che come nazione.



ORA, MPL Movimento Popolare del lavoro c’è.

Quello che ora serve, come dice anche nel suo sito, sono TANTE, MENTI, TANTE MANI, ma soprattutto TANTI CUORI DI ITALIANI E DI ITALIANE…che lo facciano VOLARE.


Verso UN GRANDE SOGNO POSITIVO CONDIVISO DA ATTUARE.


Ma questo è già futuro. Posto infatti come suo possibile destino ma nelle mani, e nei cuori di italiane ed italiani.
Io, a questo punto, sono solo uno di loro. L’ultimo.


http://www.movimentopopolaredellavoro.it





Nessun commento: