giovedì 5 luglio 2012

GEOPOLITICA: Dal bipolarismo al chaos


Da piu’ parti ormai e’ uso comune parlare di multipolarismo nella sfera delle relazioni internazionali. Dopo la fine del bipolarismo rappresentato dal “confronto” USA/URSS si sarebbe arrivati ad una situazione dove il mondo avrebbe piu’ “poli”  che determinerebbero le politiche mondiali.
Stiamo assistendo ad una proliferazione di entita’ sovranazionali ma qual’e’ il loro vero valore? BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa), SCO (Shangai Cooperation Organisation), UE (Unione Europea), solo per citarne alcune, possono davvero essere considerati soggetti autonomi nelle loro relazioni internazionali? Il tema viene spesso presentato a livello semplicistico ma e’ in realta’ molto complesso.
Il fenomeno e’ in espansione, ogni realta’ sopra citata acquisisce nuovi membri e allarga la propria sfera d’influenza: prima dell’ingresso del Sud Africa i BRICS erano BRIC, l’Afghanistan ha raggiunto la SCO come membro osservatore (insieme a Mongolia, Iran e Pakistan, l’UE si espande ad est. All’interno di tali entita’ convivono pasesi dalla forte rivalita’ storica e concorrenti sul piano economico. Nei BRICS India e Cina hanno molte ragioni di attrito e numerosi questioni da affrontare e risolvere, all’interno della SCO Russia e Cina la fanno da padroni ma storicamente hanno sempre avuto forti divergenze, senza considerare la contemporanea presenza, anche se solo come osservatori, di Iran e Pakistan, l’UE piegata dalla crisi economica fatica a trovare una politica comune.
Viene quindi da chiedersi come questi organismi possano arrivare a darsi posizioni condivise superando le rivalita’ ed i singoli interessi. L’esistenza di una sfera nazionale infatti si pone a volte in contrasto con la sovranazionalita’ di tali strutture. Il grande nodo e’ la determinazione di quanto e come la sfera propria di ogni singolo paese membro possa venire “invasa e condizionata”. Il che non e’ di secondaria importanza… Ma la questione si pone anche alla rovescia, ossia quanto e come la politica interna possa influire sull’appartenenza sovranazionale? Questo e’ abbastanza evidente nel caso dei paesi dell’Europa Orientale dove le elezioni politiche determinano il formarsi di governi tendenzialmente favorevoli a questo o quel “blocco”.
Da non dimenticare anche l’economia, in particolare ad occidente, sempre meno controllata dal governo centrale fino all’ entrare decisamente in contrasto con gli interessi politici del paese da parte di soggetti privati. La cosa e’ rilevante nel settore energetico dove le scelte aziendali di certe grosse compagnie sono di fatto scelte di schieramento geopolitico, anche se fatte per interessi economici.
In tutto cio’ forse sta la ragione del manenimento della potenza americana. Gli USA sono un paese che ha reagito ad una fortissima crisi economica ristrutturandosi come economia di guerra, subordinando i capitali privati agli interessi nazionali e rifiutando di sottostare a decisioni prese da organismi internazionali e contrarie ai propri interessi.
Forse l’Europa sta cercando questo, per superare il peso di un’opinione pubblica sempre meno presente ma ancora esistente ed il pericolo e’ che serve una guerra vera, a differenza degli USA che sono in grado di gestire i conflitti interni su un piano virtuale e mediatico. Resta il fatto che gli Stati Uniti pur sommersi dai debiti restano un polo a se’ stante in un mondo multipolare (ed il rapporto con l’UE e’ sempre piu’ deteriorato). Senza scordare il diverso peso dato ai diritti umani da UE e USA.
Tornando al multipolarismo forse sarebbe meglio parlare di multibipolarismo e le organizzazioni internazionali rischiano di essere solo una fase di transizione per l’esplodere di nuove tensioni e conflittualita’.

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