mercoledì 2 maggio 2012

IL GATTO HA L'ASMA

Non c'è più trippa per il gatto: la nostra spesa pubblica è costituita, da quanto scrivono su La Voce, dal 43% di spesa per pensioni ed interessi sul debito. Il resto, destinato a scuola, sanità, ecc è ai minimi storici.
Il gatto ha l'asma: meno persone lavorano, meno contributi l'INPS incassa. Meno contributi l'INPS incassa, meno pensioni è in grado di erogare...


E forse un'altra riforma pensionistica si renderà necessaria, se non un adeguamento sulle rivalutazioni dei montanti contributivi. Ma a questo aveva già provveduto l'ultimo governo Prodi attraverso l'allora ministro Damiano, effettuando esercizi contabili che trasferivano i disavanzi attuali sulle generazioni future, che adesso nulla godono. Già si fa fatica a immaginare una serie di operai di fonderia, o di muratori saltellanti sulle impalcature, o altrettanti attaccati alla linea produttiva essere saldamente allacciati al loro catetere... Un ulteriore sforzo fantastico davvero diventa difficile prevederlo, a fronte di un sistema produttivo italiano che considera già una persona di 40 anni "fuori mercato". Altro che giovani che non trovano impiego, e riforme dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori. La fantascienza è già adesso.
Allora bisognerà ulteriormente inasprire il prelievo fiscale, sempre naturalmente agendo sulla imposizione indiretta, ovvero continuando a diminuire il potere d'acquisto? Perchè questa è la questione sostanziale: senza una migliore distribuzione del reddito nulla vale ulteriormente fare. La stretta fiscale, che è passata come austerità di bilancio, sta finendo di chiudere quella che è una recessione in una stagnazione. 
Quindi, o la politica adotta urgentemente misure che redistribuiscono i redditi più equamente, o il Gatto morirà soffocato.
Come fare a non soffocare il Gatto? 
Alcune bozze di idee le abbiamo. Per esempio, una moratoria sugli interessi applicabili ai mutui per l'acquisto della prima casa il cui spread bancario non deve superare il doppio dell'euribor, una regolamentazione degli affitti per le case di residenza, un più efficiente utilizzo del personale di servizio pubblico (in particolare di quello sanitario) affinchè vengano liberate le risorse private destinate a questi utilizzi, e pensiamo precisamente alle attività specialistiche intramoenia diffuse negli spessi ospedali pubblici per consentire a questi di fare cassa per un verso e di arrotondare gli stipendi dei medici che nel frattempo privilegiano le visite specialistiche private invece che quelle erogate dal SSN, raddoppiando così la spesa sanitaria del cittadino, che paga 2 volte (questione questa dove mi riverso di ritornare)
Le pensioni? Non consentire la cumulabilità delle pensioni erogate da diversi enti (cioè, non possono percepirsi 2 o 3 pensioni a seconda degli enti erogatori, come a taluni fortunatamente accade, ma il beneficiario dovrà sceglierne una), una riduzione percentuale delle pensioni che superano una determinata soglia (diciamo 70.000 euro). E ce ne sarebbero altre di misure adottabili... se lasciassimo da parte le ragioni del consenso fine a se stesso e le computazioni ragioneristiche e ritornassimo ad esercitare la politica. Ovvero, a ricostruire un patto di cittadinanza.
Ed a breve ritorneremo a scrivere di quale Welfare sarà possibile... se non vogliamo vedere anziani indigenti senza lavoro e pensione, o lavoratori con il catetere sotto la scrivania.

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