martedì 24 aprile 2012

ARTIGIANI FAI DA TE

E' notizia riportata oggi nel corriere della sera online che gli artigiani bergamaschi non riescono a trovare giovani formati da assumere ed avviare alle professioni. Lamentano che la scuola pubblica e gli enti di formazione non insegnano e formano adeguatamente i giovani alle professioni artigianali. La situazione, paradossalmente, è così allarmante da costringere questi piccoli imprenditori ed artigiani ad indire un'assemblea a Treviglio per imputare la scuola e la formazione regionale di disattenzione nei loro confronti. L'iniziativa si deve a 5 imprenditori di Treviglio.


La notizia potete leggerla da Voi così come è riportata nel link. Qui NOI vogliamo approfittarne per cominciare a discutere della inefficacia delle normative esistenti sull'apprendistato... perchè il grande assente in questa assemblea ci è parso essere proprio il legislatore ed il governatore.
Attualmente la legge sull'apprendistato prevede misure adottabili quasi indiscriminatamente per ogni tipologia di attività (anche meramente commerciale) e applicabile per giovani fino al compimento del 30esimo anno di età!!! 
Queste non sono leggi che agevolano l'incontro fra la domanda di lavoro e l'offerta. Sono soltanto misure contabili che servono e sono servite, per alcune aziende in difficoltà nel mercato, a ridurre i loro costi del lavoro. Che senso può avere assumere un giovane laureato in contratto di apprendistato? Di quale formazione  teorico-pratica manca così da offendere, con un tale contratto di apprendistato previsto dalla legge, tutto il sistema formativo italiano? E' lecito che si consenta ad un'azienda qualsiasi, anche a carattere industriale e quindi dove la parcellizzazione delle mansioni domanda solo un apprendimento della funzione esauribile in 15 giorni, di assumere personale in età di apprendistato?
NOI crediamo che le norme sull'apprendistato debbano seriamente essere riviste, consentendo soltanto e direttamente alle piccole aziende artigianali, in possesso di certificazione di qualità e di sicurezza, di assumere giovani di età inferiore ai 22 anni con contratto di apprendistato, prevedendo che siano direttamente le categorie associative o gli stessi imprenditori a formalizzare i piani di apprendimento e di formazione teorico-pratica necessari. L'accesso ai contratti di apprendistato potrà avvenire dopo l'assolvimento dell'obbligo scolastico, e solo per lavori che seriamente richiedono tempi di formazione necessariamente lunghi. Gli stessi imprenditori le cui produzioni ed attività sono autorizzate dalla legge, debbano sia in forma auto-organizzata che attraverso le associazioni di categoria pertinenti, costituire officine di formazione teorica dove gli assunti possano, almeno 2 giorni la settimana dopo il primo mese esclusivamente formativo, continuare ad apprendere le basi tecniche scientifiche e teoriche del lavoro che compiono. Il risparmio contributivo e fiscale, che NOI pensiamo debba essere il più totale possibile, accordato per queste assunzioni agli artigiani e ai piccoli imprenditori deve essere da questi  reinvestito in strutture di formazione adatte allo scopo, dove il corpo insegnante è direttamente selezionato dagli stessi imprenditori nelle forme collegiali che appronteranno o che già esistono, e dove direttamente potranno verificarne il risultato formativo. 
Questi vogliono essere spunti affinchè si apra  qui seriamente un dibattito sulla formazione professionale, la riforma del diritto del lavoro e dei contratti di assunzione per i giovani, che sia sostenibile ed efficiente per le casse dello Stato, che veda gli stessi attori partecipare in prima persona all'assetto strategico del comprensorio produttivo cui afferiscono, anche in forme auto-organizzate attraverso la costituzione di reti d'impresa.

1 commento:

Giuliet ha detto...

Mi documenterò bene sulle reti d'impresa a livello tecnico-giuridico e cercherò di dipanare la matassa dal testo di legge.
Mi pare uno strumento che vale la pena di approfondire; sempre con cautela.